I vaccini e Dracula

Argomento all’ordine del giorno, ma chi avrebbe mai detto che i vaccini avrebbero mai coabitato la stessa frase del Conte Dracula?

Non si tratta di una facile polemica, ma dell’iniziativa presa dal castello di Bran, in Romania. Diventerà presto un cento di vaccinazione per turisti/viaggiatori, ma quel che è più interessante è il benefit che arriva con il vaccino: una visita gratuita al museo di tortura medievale annesso.

Vaccini e Dracula

Dovrà pur sussistere una qualche liaison tra la siringa e il nobile conte transilvano, e io me sono immaginata così: la paura inconscia, il metum.

Cosa infatti lega di più un bambino stretto al braccio di un genitore incoraggiante, incurante delle sue apologie del tetravalente, e il terrore ancestrale che certa cultura popolare ha avuto per la tortura e le sevizie correlate al carcere?

Va bene, forse è un parallelismo forzato. Anche perché queste due paure si differenziano molto per la fondatezza del timore. Mentre per una tortura, infatti, possiamo immagine dei dolori che furono davvero inenarrabili, i vaccini costituiscono una paura abbastanza irrazionale. O meglio, non più razionale della paura di uscire di casa perché ci investa un autobus uscito di strada.

Le torture, una paura concreta

Ecco che quindi, come nella Storia di una colonna infame, la tortura è un dolore imposto gratuitamente come forma di persecuzione politica e manifestazione di abuso dovuta a una posizione di potere dominante.

Le guardie, l’inquisizione sono da sempre state entità temute nel Medioevo, da dove la storia di Dracula in fondo proviene. Forse c’è una continuità di tale fondato timore nella naturale diffidenza che certe popolazioni hanno – soprattutto nei Paesi del secondo e terzo mondo, va detto – verso le forze dell’ordine.

Chissà. Nel frattempo, a chi volesse farsi un viaggio in Romania, consiglio di prendere il full-pack vaccino+vaccino all’ignoranza.