Paolo Giorgio Bassi

Non ci può essere una crisi la prossima settimana: la mia agenda è già piena. (H. Kissinger)

  • Chi sono

La grande (rivendicazione della) bellezza

12 Aprile 2018

E’ stato annunciato da qualche giorno che aprirà il festival della bellezza di Verona, nientemeno che Philip Glass.

Un’occasione ideale per gustare un po’ del minimalismo che contraddistingue il grande compositore, e secondo me un’ermeneutica interessante del concetto di bellezza. Sì, l’ho detto, e no, non citerò Shaftesbury o Wilde. E nemmeno, se vogliamo, Sgarbi o Eco.

La grande rivendicazione della bellezza

La bellezza soggettiva, o come mi piace chiamarla, la rivendicazione della bellezza, è infatti un diritto che una società informatizzata e attraversata dalle comunicazioni facili, non può non concedere più liberalmente che in passato.

Perché proprio Philip Glass a introdurre il Festival della Bellezza? Premesso che per un compositore “bellezza” è non necessariamente un valore. Bellezza non è sinonimo infatti di “buon lavoro”, come nemeno di “apprezzamento da parte della critica”. Non parlerei di apprezzamento del pubblico, perché mi piace pensare che da un certo livello artistico in poi parlare di doxa e democrazia dell’arte sfiori almeno il cattivo gusto.

Philip Glass, come ho già detto, ha un certo gusto minimalista che gli consente di accompagnare la narrazione. Parlo di colonna sonora di film, ma parlo anche di un episodio che mi era successo, di pianista di strada che suonava, se non Glass, qualcosa di molto simile. Ben lontano dall’anonimato, il musicista, abbastanza anodino d’aspetto, risvegliava l’attenzione di tutti i passanti, benché suonasse una cosa semplice (era in piena piazza Duomo).

Però era come se, avvicinandosi a lui, non mi sentissi in dovere di ascoltare religiosamente, come di solito faccio per imperativo morale con i musicisti di strada, e con i musicisti in generale.

Qualcuno mi ha fatto ascoltare un genere musicale che in realtà è genere solo per consentirne la diffusione commerciale, e serve specificamente a “accompagnare” le altre attività. O anche, a “rilassarsi”. Si chiama “chillout”, letteralmente “musica che rilassa”, e spopola sulle applicazioni di streaming musicale. La maggio parte delle volte trovo il “genere” assolutamente inascoltabile, ma qualche volta capita un classico jazz, o dello swing da sottofondo.

Se possiamo, insieme, restituire l’idea della “bella musica” che correda gli eventi, e insieme avere un’opera d’arte di gusto, raffinata e complessa, direi che la scelta di Glass al Festival veronese della Bellezza è perfettamente spiegata.

Posted in: Chiacchiere di musica Tag: festival della bellezza, paolo giorgio bassi, philip glass, verona

Articoli recenti

  • Gli ultimi ritrovamenti a Pompei: la vita quotidiana in città
  • Musica lirica: la distanza con il pop è così incolmabile?
  • Come comunicare la scienza ai più giovani?
  • E se Shakespeare fosse passato per una periferia romana?
  • Addio a Gennaro Cimmino, tra coreografia e grazia 

Copyright © 2025 Paolo Giorgio Bassi.

Me WordPress Theme by themehall.com

  • Legal Definition of Contract for Deed
  • Creating a Lease Agreement
  • 7 Letter Word for in Agreement
  • Westchester Ny Home Improvement Contractor License
  • Wv Operating Agreement
  • What Is a Local Service Agreement
  • Property Management Contract Template Dubai
  • General Power of Attorney Agreement
  • Forward Rate Agreement in Australia
  • Agreement for Use of Logo/Name Template
  • Engineering Procurement and Construction Contractors
  • Can I Be Forced to Sign a New Contract at Work
  • Retrophin Announces Agreement to Acquire Orphan Technologies
  • Sale Agreement Form Kenya
  • Travel Agency Agreement with Tour Operator
  • Rental Agreement Room in Private Home
  • What Is the Export Restraint Agreement
  • Indirect Cost Rate Agreement Hud
  • European Framework Agreement on Telework of 2002
  • Microsoft Services Agreement Update October 2020