Bronzi di Riace? No, di San Casciano

Sono in molti a conoscere il capolavoro del V secolo avanti Cristo, pervenutoci dal fondo del mare in perfetto stato di conservazione. Sto parlando dei bronzi di Riace, ovviamente.

Ma è una platea molto più ristretta ad aver notato che negli scavi di San Casciano dei Bagni, in Toscana, sono state rinvenute 24 statue in bronzo, di cui cinque sono alte quasi un metro.

Il team archeologico

Il lavoro è in mano all’archeologo Jacopo Tabolli, e vede la concessione e il sostegno economico del ministero della Cultura. Un team che presumibilmente sente di essere passato alla storia, con un patrimonio votivo che è secondo come conservazione e importanza archeologica solo ai bronzi di Riace.

Il direttore generale per l’archeologia è Luigi La Rocca, che ai microfoni dell’Ansa comunica “l’importanza del metodo usato in questo scavo”, che ha visto una collaborazione di diversi tipi di esperti in discipline anche tangenziali all’archeologia, come la numismatica, l’epigrafia, l’archeobotanica.

Molto probabilmente i bronzi ritrovati sono stati creati da artigiani locali a cavallo dell’anno zero, come suggerisce la datazione per ora assegnata dalla Soprintendenza.

L’ambiente circostante

Le statue votive vengono ritrovate all’interno di un contesto sacro, solitamente un santuario o un tempio. 

In questo caso parliamo di un santuario dotato di piscine, giochi d’acqua e altari scenografici. La costruzione risale al III secolo a.C., e in epoca cristiana avvenne la chiusura (nelle piscine si sono viste delle tracce evidenti di grandi colonne di pietra.

È grazie a questa mancata iconoclastia che gli archeologi hanno potuto trovare un tesoro ancora intatto, una sorta di Pompei, a livello di contesto circostante e di possibilità di ricostruzione. 

Un aspetto interessante sono le numerosissime uova ritrovate vicino alle statue ex voto, alle quali ancora non è stata data un’interpretazione convincente.

In ogni caso, il cantiere è momentaneamente chiuso e riaprirà in primavera.