Paolo Giorgio Bassi

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Clara Schumann e Robert, la socialità in musica

7 Maggio 2018

Unite la quasi ossessiva attenzione per i dettagli di un Maestro con la genialità compositiva e esecutiva di Clara Schumann. Questo può darvi l’idea di cosa dovevano essere i loro pomeriggi musicali.

Clara Schumann e Robert

Mi è capitato qualche giorno fa di sentire la Fantasiestucke fatta, invece che dal solito clarino o oboe, da un violoncello. Visto che a suonarla erano due professionisti indiscussi dell’esecuzione, non mi si è formulato il solito dubbio che mi sorge con i riadattamenti: SI PUO’ FARE?

Avevo quindi già accettato la legittimità del nuovo arrangiamento, ma ho dovuto chiedere al mio solito amico critico musicale il perché: PERCHE’ SI PUO’ FARE? Semplicemente, l’opera non è stata scritta per clarinetto o oboe. È stata scritta per un pianoforte e un qualsiasi altro strumento.

Tempo libero

Il contesto nel quale la Phantasiestucke è stata prodotta rivela facilmente il perché di questa scelta. Immaginiamoci Clara e Robert Schumann insieme in una stanzetta, uno con un pianoforte e uno con un qualsiasi altro strumento. Inevitabile che le composizioni si ricalcassero sulla loro forma peculiare di socialità, che era quella musicale.

La composizione diventava per loro un passatempo da tempo libero, e creare uno strumento libero era quanto di più vicino all’intrattenimento si potesse immaginare.

La cura del dettaglio

Ma i dettagli di questa composizione non sono affatto lasciati al caso, e questo è evidente anche a un musicofilo con vocazione amatoriale come me. I dettagli sono curatissimi, le transizioni quasi non si sentono, i tempi sono magistrali. Un pezzo raffinato, perfetto anche quando eseguito con pianoforte e violoncello. Anzi, sfidare il mio orecchio a ricontestualizzare dei suoni è stato stimolante.

Questo perché, dice l’amico musicista, nella narrazione comune il Maestro curava la parte della rifinitura dei dettagli. Invece Clara, la parte creativa.

Ovviamente, entrambi erano in grado di svolgere egregiamente entrambi i compiti, ma sembra essere questa la dinamica più plausibile.

Sebbene ci si ricordi più del compositore che, perdonatemi, del tecnico del suono, trovo molto scarso il riconoscimento attribuito a Clara, anche se comprensibile visto il contesto sociale. Questo, le femministe non hanno mancato di farlo notare, ma in fondo ci interessa poco.

Quello che ci interessa è vedere come dalle pagine del pentagramma intravediamo, chini al loro pianoforte, i due Schumann, a sudare insieme per l’armonia perfetta.

Posted in: Chiacchiere di musica Tag: clara schumann, musica, paolo giorgio bassi, robert, schumann

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