Paolo Giorgio Bassi

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Ed Atkins e i panini horror – Biennale 2019

20 Novembre 2019

Ed Atkins occupa un posto di tutto riguardo nel Padiglione Centrale della Biennale dell’Arte 2019 di Venezia.

Ed Atkins

L’artista ha optato decisamente per l’installazione video. Nella stanza a lui assegnata si trova un gigantesco appendiabiti a due piani, contenente vestiti di scena (d’opera, come recita la targhetta esplicativa). L’artista ha poi tappezzato le pareti della stanza di installazioni video.

Crash test finiti bene

Un utilizzo inquietante dell’intelligenze artificiale, quello dell’artista, che sceglie di prendere le simulazioni di crash test e di introdurle in un nuovo contesto: le mette a suonare il pianoforte o a recitare spezzoni di frasi. Uno di questi manichini tenta senza grande successo di suonare una tastiera di pianoforte in una monotonia rilassante ma assordante per il grado si alienazione che porta con sé. Un altro manichino, al suono della musica, piange ininterrottamente di lacrime fasulle e dalla consistenza gelatinosa, quali erano state programmate per questo manichino di crash test, non si sa per quale motivo.

I panini horror

Ma non solo i corpi umani sono strumentalizzati per questa, che ha tutta l’aria di una performance piuttosto che di un’installazione: Atkins utilizza anche un software che sembra di quelli comunemente utilizzati per le pubblicità di cibo.

In uno sfondo bianco, una fetta di pane cade. Diversi altri ingredienti, accompagnati da suoni plausibili, cadono sulla fetta di pane, rispondendo adeguatamente come consistenza e forza di gravità. Alla fine un’ultima fetta di pane cade, e tutti gli ingredienti vengono espansi in modo da essere visti in una lunga fila. Infine il panino si chiude schiacciandosi leggermente. Questa strofa è ripetuta con diversi ingredienti che cadono apparentemente casualmente sopra il panino. Proprio l’apparente casualità è l’aspetto più disturbante, oltre all’ipnosi che questa installazione sembra generare sul pubblico che la vede. Il problema più grande sono però gli ingredienti: corpi di plastica, maschere di carne, scheletri, bambolotti, sedie. Alcune salse hanno colori come il rosso vivo, o il marrone scuro, e vengono erogate con eccessiva abbondanza. In questo incubo consumistico, i panini horror risultano, come ho detto, incredibilmente ipnotici.

Posted in: Arte Tag: 2019, biennale, ed atkins, panini, paolo giorgio bassi, venezia

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