Paolo Giorgio Bassi

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Narciso che ri-affiora a Pompei

14 Febbraio 2019

La storia ha dell’incredibile. Già la notizia che si stavano cominciando a reperire e portare alla luce alcuni degli affreschi di una nuova domus a Pompei aveva colpito l’immaginazione del mondo archeofilo italiano, oserei dire mondiale.

Narciso

Ma ora, la notizia che tra queste pareti un altro frammento è stato esumato dall’oblio e dai clasti dell’antichissima eruzione: un Narciso che si specchia nell’acqua, secondo la raffigurazione iconografica più diffusa e lanciata probabilmente nel nostro immaginario comune da Caravaggio. Ma non ci limitiamo all’appiattimento sulla modernità: come la Leda, anche il Narciso è un mito classico, eternamente rivisitato. Anch’esso presente nelle Metamorfosi di Ovidio, Narciso era un giovane uomo dalla bellezza travolgente. Un giovane fragile e manipolabile, diversamente dalla Leda non da un dio “benevolo” ma dal proprio stesso carattere. Narciso era amatissimo da uomini e donne, ma preferiva, come la dea cacciatrice, i divertimenti della vita naturale, non curandosi di restituire la venerazione che suscitava. Non dimentichiamo, nell’attribuire questo “benevolo” virgolettato, che la Leda è un personaggio che finisce positivamente, generando una prole dal dio interessato alla mortale specie. Invece il giovane Narciso ingenera una sofferenza così profonda nella povera ninfa Eco da portarla alla consunzione. E, prima di Eco, la ingenera in quell’amante rifiutato che va dalla dea Nemesi a chiedere giustizia per il torto subito, costringendo il giovane a struggersi di fronte alla sua immagine.

La stanza delle voluttà

Come buona parte dei miti narrati nelle Metamorfosi, anche Narciso reca una certa dose di voluttà e carica erotica. Si parla di corpi giovani, di riccioli, di tutta la casistica delle bellezza efebica maschile, in Ovidio.

Sempre a Pompei un altro affresco di Narciso era già noto, nella casa di Lucrezio Frontone, risalente al primo secolo aC. In una posa fisica che ricorda molto le figure femminili, catturate nell’iconografia dai posteri sensibili, come Tiziano con la sua Venere, o il suo amore Profano.

Quest stanza che sta riaffiorando ora sembra promettere affreschi tutti su questo genere. Aspetto di leggerne in modo più approfondito della semplice notizia di cronaca.

 

Posted in: Arte Tag: archeologia, arte, narciso, paolo giorgio bassi, pompei

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