Paolo Giorgio Bassi

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Nomadland chiude il festival di Venezia 2020

12 Settembre 2020

È la terza fatica della regista cinese Chloé Zhao, che ha arruolato l’attrice statunitense Frances McDormand per questa edizione molto sobria e sociale del festival del cinema di Venezia.

McDormand è conosciuta sul grande schermo principalmente per “Tre manifesti fuori da Ebbing, Missouri”, è stata in realtà l’attrice feticcio dei fratelli Coen per molto tempo.

La preparazione al film

Colpisce, nella storia di questo film, la preparazione fatta da McDormand, in stile Stanislavski. La storia vede questa donna, Fern, abitare una città del Nevada rimasta disabitata per la chiusura di una grande fabbrica locale.

Fern vive in un furgone e scende in città per trovare lavoretti saltuari, tra cui uno in Amazon, e incontra una comunità nomade che la sostiene spiritualmente lungo la via.

Il film parla di questo gruppo e delle dinamiche che vi si instaurano. La protagonista, inizialmente scettica, trova nel nomadismo un modo per vivere diversamente il suo amore per la natura.

Riporta il Sole 24 Ore che l’attrice, per prepararsi alla parte, è stata realmente a contatto con questi nomadi, che si affacciano anche nella recitazione del film.

Ha lavorato anche in Amazon, e sullo schermo compare qualche scorcio realistico della vita di questa grande azienda.

Altri film degni di nota in concorso

Ora che si sono chiuse le proiezioni dei film in concorso, possiamo dire che Nomadland, che ha concluso il festival, sia il grande favorito.

È piaciuto molto anche il lavoro della regista italiana Susanna Nicchiarelli, Miss Marx.

La storia della figlia di Marx è un intrigo di passioni politiche e personali. Militante socialista in primis, fu l’unica dei figli del filosofo ad avere lo status di suddito dell’impero britannico.

Il film ha toccato i cuori per la storia, più che per la fattura, insieme a Quo vadis Aida.

La storia di un’insegnante di inglese bosniaca, che lavora a Srebrenica prima dell’occupazione dell’esercito serbo.

Lavora anche come interprete in una base ONU, e la sua fiducia per l’istituzione che la ospita rappresenta uno dei punti centrali del film.

Anche qui, il film è semplice e serrato, ma la trama e l’urgenza della testimonianza storica sono il vero faro che lo rende degno di nota.

Staremo a vedere su cosa cadrà la premiazione.

Posted in: Cinema Tag: cinema di venezia, festival, film, nomadland, paolo giorgio bassi, venezia 2020

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