Perché lo sciacallo era sacro agli Egizi?

Tutti lo studiano, nessuno lo conosce davvero: Anubi, il dio-sciacallo che abbiamo ormai imparato a considerare come il dio forse più iconico della mitologia egizia antica, ha una storia affascinante e trova spazio in diverse raffigurazioni.

Ma qualcuno si è chiesto cosa significhi davvero?

Innanzi tutto: che specie di sciacallo?

Lo sciacallo, rappresentato dal Canis aureus o Canis lupaster, era considerato un animale sacro dagli antichi egizi per diversi motivi che emergono dalle testimonianze artistiche e archeologiche dell’antico Egitto. Era associato infatti indissolubilmente al dio Anubi, il dio egizio dell’oltretomba e dell’imbalsamazione. Anubis era spesso rappresentato come un uomo con testa di sciacallo o come un intero sciacallo, il che ha contribuito a elevare lo status dell’animale.

Ma la caratteristica principale del dio Anubi, nonché motivo perché è forse il più presente nel nostro immaginario di moderni, è che gli antichi egizi consideravano l’imbalsamazione come un processo essenziale, e Anubi ne era il custode e guardiano.

Dio dell’imbalsamazione, aveva infatti un ruolo di primissimo piano nella protezione e nella preparazione dei defunti per l’aldilà – una sorta di Caronte ante litteram. 

Per questo motivo, lo sciacallo era spesso raffigurato all’ingresso delle tombe o come guardiano dei sepolcri, e questo ulteriore ruolo lo fa spopolare nelle pitture parietali delle tombe.

Anubi, o semplicemente degli sciacalli stilizzati, presidiavano le entrate delle tombe e simboleggiavano la protezione dell’oltretomba.

Infine, un dio si delinea grazie ai suoi luoghi. Gli sciacalli vagano nei cimiteri e nei deserti, luoghi associati all’aldilà. L’immagine dello sciacallo era quindi associata all’ambiente delle necropoli e ai regni degli dei dell’oltretomba.

Non era una posizione casuale, e come la maggior parte dei rituali ha origine nella pragmatica: gli sciacalli erano noti per la loro abilità nel consumare carogne e rimasugli dei pasti umani. Ecco che il nostro amico canide diventa immediatamente simbolo anche di purificazione e di eliminazione degli elementi impuri.

Detto fatto, abbiamo rispolverato i nostri ricordi d’infanzia e abbiamo dato loro una veste nuova. Molto pop, lo concedo, ma oggi va così, forse perché ho sentito un verso lontano che sembrava ululato. 

O forse perché, sporadicamente, fa bene anche ripassare le nozioni basilari.