Povere Creature non vince quanto volevamo – perché è un Bildungsroman!

Ho questa teoria. Il “Bildungsroman” o “romanzo di formazione” non è adatto per i grandi numeri.

Questo genere narra il percorso di crescita e sviluppo personale di un protagonista, solitamente dall’adolescenza fino all’età adulta, esplorando i conflitti interni ed esterni che accompagnano questo processo di maturazione. 

Riconoscete Povere Creature, che ha appena trionfato alla cerimonia degli Oscar, ma non quanto ci saremmo aspettati?

Povere Creature è la storia di una persona in formazione

In effetti l’ultima creatura del regista greco è un Bildungsroman per eccellenza, che tratta temi universali come la ricerca di identità, il senso di appartenenza, la scoperta del proprio corpo, la perdita, e il confronto con i valori sociali e personali.

Il concetto di Bildungsroman ha origine nel XVIII secolo in Germania, con l’opera di Johann Wolfgang von Goethe, “Wilhelm Meisters Lehrjahre” (1795-1796), considerata il prototipo del genere. Da allora, il Bildungsroman è diventato un modello narrativo influente, adottato e adattato da scrittori in tutto il mondo per esplorare la complessa transizione verso l’età adulta.

Un elemento centrale del Bildungsroman è il viaggio interiore del protagonista, che va alla ricerca della propria identità e del proprio posto nel mondo. Questo viaggio è spesso accompagnato da prove fisiche, che simboleggiano le tappe del percorso di crescita. Il protagonista si confronta con esperienze di vita che lo sfidano, lo cambiano e alla fine lo portano a una nuova comprensione di sé e della realtà.

Niente di meno di ciò che fa Emma Stone dietro la camera per Yorgos Lanthimos!

Il processo di maturazione è segnato da prove, errori, e rivelazioni che contribuiscono alla formazione del carattere del protagonista. Nel film seguiamo il personaggio di Bella attraverso le sue esperienze, assistendo alla sua evoluzione e alle scelte che determineranno il suo futuro.

Come ogni altro Bildungsroman, questo film tocca temi di rilevanza universale, alcuni dei quali abbastanza controversi. 

Molte bandiere di identità sono già state conficcate su questa sceneggiatura, la maggior parte delle quali dall’affidabilità non provabile.

La lotta per definire la propria identità, il desiderio di indipendenza, il confronto con aspettative sociali e familiari, e la ricerca di un senso di appartenenza sono esperienze con cui molti possono identificarsi. 

Però molti altri… No.

Perché in fondo, in una società frammentata come la nostra, com’è possibile parlare di un concetto tanto personale e culturalmente connotato come la formazione e l’auto-realizzazione, senza incorrere in qualche facile malcontento?
Ecco perché secondo me questo bel film non ha ottenuto il successo che ci saremmo aspettati: non tutti hanno trovato facile immedersimarsi.