Selinunte, ovvero della tecnologia e archeologia

Fianchi stretti, slanciato, goffo di pubertà appena raggiunta.
Se siamo abituati a concepire le sculture bronzee con la potenza inespressa dei colori caldi degli uomini ritrovati a Riace, significa che ancora ci sfugge l’ormai iconica figura dell’Efebo di Selinunte.
Efebo era il giovincello imberbe, solitamente mira delle attenzioni non troppo velate dei più adulti pedagoghi e filosofi in cerca di menti sgombre.
Tamquam tabula rasa, l’efebo greco reca nella tradizione una leggerezza, un’innocenza che nella cultura post medievale si tende ad associare alla dama di cortese memoria.
L’efebo è ancora non toccato dalla consapevolezza del Fato che affligge il satiro del Re Mida. Non conosce la morte e le sue sfaccettate apparizioni, ha quindi il ricciolo bello e lo sguardo puro.
Conservato presso il Museo Civico Selinuntino di Castelvetrano, l’efebo è forse la manifestazione più “pop” dello scavo di Selinunte, ad oggi il più vasto d’Europa.
Ritrovato, come vuole la leggenda, da un trovatello di nome Benedetto Prussiano, in località Ponte Galera a Castel Prussiano, Selinunte. Già il ritrovamento ha in sé dell’evocativo. Il trovatello che si ricongiunge all’efebico sembiante. Un archetipo di purezza, di trascendenza biologica, quasi.
Ma senza andare troppo a sottilizzare, la sua storia sembra in realtà quella di un vero ragazzino: fu sequestrato negli anni ’60 dalla malavita, e per evitare il riscatto da pagare per la restituzione, si vocifera, un esperto d’arte foraggiato dai poteri istituzionali si finse ricettatore nero, e recuperò il manufatto sottratto restituendolo alla Sovrintendenza.
L’efebo è stato ritrovato a Selinunte. “La statua, alta circa 85 cm, venne casualmente rinvenuta nel 1882 da un pastorello di appena nove anni in una contrada del territorio selinuntino denominata Ponte Galera. Con l’aiuto di altri contadini che lavoravano in quel fondo, l’Efèbo, rotto in più parti, veniva alla luce. Non era la prima volta che i contadini della zona si imbattevano in oggetti antichi “ (recita http://www.arkeomania.com/efebodiselinunte.html).