Paolo Giorgio Bassi

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Venezia, numero chiuso al Carnevale

6 Febbraio 2018

Il numero chiuso, finora prerogativa di università e corsi di studio, arriva associato sulle grandi cronache anche a celebrazioni pubbliche.

Fin qui nulla di insolito, abituati come siamo allo spettacolo di teatro, di cinema, al concerto, al balletto, insomma a tutte quelle forme di intrattenimento la cui logistica richiede necessariamente la limitazione degli accessi.

Vorrei soffermarmi sulla limitazione in sé dell’ambiente cittadino

Assistiamo in questi anni a una rivalutazione in senso a mio parere securitario degli spazi pubblici. Gli anni di piombo prima, oggi il terrorismo di matrice religiosa: la percezione che la stampa e i media veicolano di società non più sicura sta rendendo sempre più marcato l’interesse dei governanti per il controllo degli spazi.

Se a ciò si aggiungono le precauzioni d’ordine pubblico che l’Italia adotta per ovviare a disagi contingenti, come il controllo delle presenze negli spazi pubblici, o la consegna dei propri documenti e generalità in alcuni contesti…

Insomma, quel che voglio dire è che sociologicamente parlando, la scelt di limitare l’afflusso a una città a causa della rilevata presenza abnorme di turisti è un unicum.

Non ho dubbi che la limitazione delle meraviglie pubbliche sia un necessario passaggio verso il concetto di città più metropolitana. Altrove constatiamo la recinzione di beni pubblici, che diventano a pagamento e resi oggetti di voyeurismo consapevole.

Venezia lo è per certi versi da sempre, una metropoli, benché con spazi che rendono la convivenza tra persone decisamente angusta.

E’ il rovello di molte città italiane, la sovrappopolazione turistica, che come tale porta a una necessaria spersonalizzazione. Anche, porta un modo differenze di vivere gli spazi.

Solo che mentre lo accettiamo per il centro storico di Parigi, ormai turistizzato in modo quasi doloroso, per Venezia mi risulta una rinuncia più insolita.

La nostra Venezia è stata messa a numero chiuso per un naturale processo logistico. A voler ben vedere, forse questo libero spostamento degli individui porterà a sfide molto interessanti. Il Carnevale, come sempre, rivela queste sfide nella loro cruda interezza.

Posted in: Riflessioni Tag: carnevale, numero chiuso, paolo giorgio bassi, venezia

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