Che cos’è l’haggis – e perché non avremmo mai potuto pensarlo in Italia

Mai sentito parlare della Burns Night?

Per chi ama i viaggi un po’ alternativi, si tratta del festeggiamento in onore del poeta nazionale scozzese Robert Burns.

L’haggis scozzese, piatto nazionale della Scozia, è consumato proprio qui. 

In realtà, l’idea di utilizzare lo stomaco di un animale come recipiente di cottura è una pratica antica, condivisa da molte culture agricole e pastorali. Però le origini dell’haggis risalgono al XV secolo, dove si parla di una preparazione a base di cuore, fegato e polmoni di pecora, tritati e mescolati con cipolle, avena, strutto, spezie e brodo. Questo ripieno viene poi inserito nello stomaco della pecora, che funge da involucro, e bollito per diverse ore – un po’ come il nostro cotechino. 

L’Haggis oggi

Ogni anno, il 25 gennaio, la Scozia e le comunità scozzesi in tutto il mondo celebrano il Burns Night, dove l’haggis viene servito dopo la lettura dell'”Address to a Haggis”, una poesia scritta da Burns nel 1787 che elogia il piatto in termini vivaci e affettuosi.

Nonostante la sua storica popolarità, l’haggis ha affrontato sfide, soprattutto in termini di percezione internazionale. I divieti all’importazione, in particolare negli Stati Uniti, a causa dell’uso di polmoni di pecora, hanno limitato la sua disponibilità al di fuori della Scozia. Tuttavia, questi ostacoli hanno anche alimentato la curiosità e l’interesse verso il piatto, con molti cuochi e appassionati di cibo che cercano di esplorare e reinterpretare l’haggis nelle loro cucine.

Perché in Italia non sarebbe potuto mai nascere?

Diciamo che l’haggis, diversamente dal cotechino, ha un’apparenza a mio parere mostruosa, che lo assimila a un polpettone malriuscito, o all’aspetto sanguinolento di una rapa rossa.

Il nostro cotechino è più piccolo, discreto, può essere disposto in fettine non cruente.

E soprattutto, il nostro cotechino ha una base salata considerevole, e il sapore meno intenso e più “pop” della carne di maiale.

Invece, diciamocelo, la carne di pecora incontra molte più resistenze – benché vari pastori abbiano giustamente tramandato ricette straordinarie a base di pecora.

Cito solo questi, ma di sicuro nelle varie e sfaccettate gastronomie delle Regioni italiane abbiamo molti altri piatti a base di pecora, che non siano arrosticini, coratella, pecora in cappotto, e molto, molto altro.

Non solo ciò che viene registrato sulla Camera di Commercio è vivo e vegeto, e respira con la nostra unica e sfaccettata cultura gastronomica.

Ma forse proprio l’haggis, con la sua forma da film di Quentin Tarantino… Anche no!