Paolo Giorgio Bassi

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Un occhio all’autobiografia di Casanova

29 Settembre 2022

Non è detto che la pubblicazione del testo integrale del “Histoire de ma vie” di Casanova escluda un perdurare dell’interesse per la versione di Laforgue, ovvero l’edizione francese dell’autobiografia dell’intellettuale e avventuriero veneziano, emendata di alcuni dettagli scabrosi. 

Uomo del vecchio regime

Il perché siano stati fatti dei consistenti emendamenti non è così scontato.

Casanova era un uomo del vecchio regime: buon cristiano, molto lontano delle idee della Rivoluzione francese. 

Invece Laforgue era avversario della chiesa e aveva partecipato ai moti rivoluzionari, e può darsi che modificasse nel senso a lui gradito l’opera del Casanova, al punto da aggiungere numerosi passaggi senza l’autorizzazione dell’editore. 

“Il popolo di Francia, disse lo stesso signore di Voltaire, è il più abominevole di tutti i popoli. Camaleonte che assume ogni colore, pronto a fare tutto ciò che un capo vuole in bene o in male”. 

Nell’Histoire Casanova cita questo passaggio quando parla del supplizio di tale Damiens che tentò di assassinare Luigi XV. Commenta così: “Il rivoluzionario nell’idea di fare un’opera buona compie il gesto non provocando altro che una scalfittura nel re”. 

Si parla del popolo perché il popolo che prima l’aveva chiamato come beneamato, lo stesso popolo che aveva assassinato tutta la famiglia del re, poi si scaglia contro Damiens all’esecuzione e chiama il rivoluzionario colto sul fatto “mostro partorito dall’inferno”.

Lo stesso popolo mite e razionalista inneggia al suo squartamento con la solita foga delle esecuzioni pubbliche che conosciamo ad esempio dai romanzi come “l’Armata dei sonnambuli” di Wu Ming. 

La versione emendata

Nella versione di John laforgue si legge invece:

“Damiens era un fanatico che credendo di fare un’opera buona e di meritarsi il paradiso aveva tentato di assassinare Luigi XV e, benché non gli avesse prodotto che una leggera scalfittura, fu attenagliato come se avesse consumato il crimine.” 

La chiosa è in riferimento a Damiens come “vittima dei Gesuiti”. Alla fine, in entrambe le versioni Casanova distoglie gli occhi e le orecchie.

Il Libertino ultra tollerante 

Il punto è che Laforgue ha imbrogliato pesantemente: Casanova non avrebbe mai potuto avversare i Gesuiti, e tantomeno giudicare severamente uomini e fatti di un’epoca nella quale era stato immerso, condividendone i gusti e le tendenze.

Solo un borghese montato in cattedra poteva pensare di invocare una tromba come quella di Casanova per farla suonare al suono dei principi della Rivoluzione, sviando i lettori dalla corretta comprensione di un’opera di importanza storica e alterando tutto il Casanova.

La pubblicazione del testo integrale restituisce finalmente al nostro i suoi tratti reali, buoni o cattivi che siano.

Posted in: Conversazione Tag: paolo giorgio bassi

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